« […] in quel tempo, l’imperatore Costantino edificò una basilica nella città di Napoli. »
Questo passo del Liber Pontificalis ricorda proprio la costruzione della Basilica di Santa Restituta, chiesa monumentale di Napoli, raggiungibile dall’attuale Duomo, di cui costituisce la terza cappella della navata sinistra.
Di origine paleocristiana, è la più antica chiesa di quel periodo e la primitiva chiesa cattedrale della città: la sua fondazione è attribuita a Costantino, nel IV secolo.
Non si sa a chi fosse dedicata inizialmente, probabilmente al Salvatore o ai santi apostoli ma, successivamente, prese il nome della vergine e martire africana Restituta. Le sue reliquie giunsero in Campania a seguito della persecuzione vandalo-ariana iniziata da Genserico nel 429, portate dagli esuli che furono accolti e protetti dalla comunità cristiana di Napoli, fondando una cristianità mista documentata in alcuni ritratti della Catacomba di San Gennaro (i defunti Proculus e Marta sono di chiara derivazione africana ed entrambi mostrano una perfetta integrazione nella comunità neapolitana).
Concepita in modo diverso, fu poi rimaneggiata svariate volte nel corso dei secoli: probabilmente, inizialmente, esistevano cinque ingressi, uno per ogni navata; i più estremi vennero murati prima dei lavori di consolidamento successivi al terremoto del 1456. Nello stesso anno, le due navate estreme furono adibite alla funzione di cappelle. Ulteriori lavori di consolidamento furono realizzati nel 1742 dal cardinale arcivescovo Giuseppe Spinelli, che fece murare altri due ingressi laterali.
Nel Seicento, fu ampiamente rimaneggiata secondo il pomposo stile Barocco. Lungo la navata si trovano diciotto tondi di Francesco De Mura, raffiguranti Gesù Cristo, la Madonna e alcuni Santi e furono donati dal canonico Fortunato Mauro nel 1734. Tra i finestroni, sedici tele commissionate a Santolo Cirillo dal canonico Gennaro Maiello.
La Basilica di Santa Restituta venne restaurata agli inizi del XVII secolo dall’architetto Arcangelo Guglielmelli. Il soffitto è adorno di uno splendido e intenso affresco di Luca Giordano: la scena descrive il momento in cui il corpo esanime della Santa viene trasportato in barca, dagli angeli, verso l’isola di Ischia.
Nel pavimento, troviamo diverse lapidi sepolcrali, come quelle dei canonici della Cattedrale, sepolti al centro e ricordati con un bassorilievo, risalente al 1475.
Sulla parete di fondo della navata centrale, invece, spicca un meraviglioso drappeggio in stucco, opera dell’artista Arcangelo Guglielmelli, che lo realizzò con l’aiuto del Ghetti e di Lorenzo Vaccaro. Nel cinquecento, invece, venne realizzata la pala d’altare dedicata alla Madonna in trono fra i santi Michele e Restituta.
Fra le cappelle laterali, splendida è la quella della Madonna del Principio, collocata in fondo alla navata di sinistra. Nell’abside, un mosaico realizzato nel 1322 da Lello da Orvieto: “Madonna in trono col Bambino fra i Santi Gennaro e Restituta”; al centro della cappella, un altare barocco.
La basilica, quindi, entra a far parte della storia più antica di Napoli e affonda le radici nel periodo di diffusione e di affermazione della religione cristiana, come dimostra anche la presenza, in questo luogo, del primo battistero d’Occidente, quello di San Giovanni in Fonte.
Indirizzo: Via Duomo, 147
Orari: Lun-Sab: 8.00 – 12.30 e 16.30 – 19.00; Dom 8.00 – 13.30 e 17.00 – 19.30
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