Sicuramente una delle chiese più amate e famose di Napoli, la chiesa del Gesù Nuovo, rappresenta un unicum in città, in quanto singolare esempio di palazzo privato trasformato in edificio ecclesiastico.
Intitolato alla Madonna Immacolata, sin dal primo momento, però, venne identificato come “Chiesa del Gesù Nuovo”, per distinguerlo dalla già esistente chiesa del Gesù Vecchio.
Si trova nella piazza omonima, di fronte all’obelisco dell’Immacolata e alla basilica di Santa Chiara. Come accennato, si tratta di uno dei maggiori capolavori di arte barocca ed è testimonianza importantissima della cosiddetta scuola napoletana.
Il palazzo dei Sanseverino, noto come il Gesù Nuovo, fu costruito nel 1470 per ordine di Roberto Sanseverino principe di Salerno; nel 1547 fu confiscato da Pedro di Toledo e donato ai gesuiti che ne iniziarono la ristrutturazione nell’aprile del 1584, costruendo, all’interno, una magnifica chiesa barocca. La scelta dei religiosi della Compagnia di Gesù non era stata casuale: il palazzo, infatti, oltre a affacciarsi su una delle rare piazze cittadine, con opportune modifiche poteva essere trasformato in un edificio di culto, venendo così incontro anche alla richiesta dei partenopei di non demolire la cosiddetta “reggia dei Sanseverino”.
Entrati in possesso del palazzo, i gesuiti incaricarono della ristrutturazione di tutto il complesso i loro confratelli Giuseppe Valeriano e Pietro Provedi. Questi sventrarono completamente l’edificio, non risparmiando né le splendide sale né i giardini; le uniche parti che si salvarono furono la facciata a bugne (riadattata alla chiesa) ed il portale marmoreo rinascimentale. I lavori furono finanziati dalla principale benefattrice dei gesuiti di Napoli: Isabella Feltria Della Rovere, principessa di Bisignano (in quanto moglie di Niccolò Bernardino Sanseverino, ultimo esponente del ramo dei Sanseverino principi di Bisignano).
Nel 1767, dopo che i gesuiti furono banditi dal Regno di Napoli, la chiesa passò ai francescani riformati, provenienti dai conventi di Santa Croce e della Trinità di Palazzo, che diedero alla chiesa il nome di Trinità Maggiore. I francescani, però, rimasero poco per l’incerta statica dell’edificio. Infatti, nel 1774, a causa di un secondo parziale crollo della cupola, questa venne totalmente abbattuta, mentre la chiesa rimase chiusa per circa trent’anni.
Nel 1821, con il ritorno dei Borbone, anche la chiesa tornò nelle mani dei gesuiti.
L’interno è un trionfo di arte barocca, con marmi policromi e pianta a croce greca, suddivisa in tre navate. In tutto vi sono undici cappelle laterali con altrettanti altari, anch’essi ricchi di decorazioni.
Nella chiesa del Gesù Nuovo, in particolare nella cappella della Visitazione, si celebra il culto di San Giuseppe Moscati, ricercatore, medico e docente universitario, canonizzato da Giovanni Paolo II il 25 ottobre del 1987. All’interno della basilica è possibile ammirare opere di importanti artisti, quali Giovanni Lanfranco, Cosimo Fanzago, Luca Giordano e Francesco Solimena. Inoltre, numerosi artigiani, intagliatori, scalpellini, ottonari e stuccatori hanno partecipato alle rifiniture della chiesa nel suo complesso. Ciò si può ammirare nel bellissimo altare maggiore, costruito nel 1854.
Sul bugnato della facciata del Gesù Nuovo sono incise alcune lettere dell’alfabeto aramaico, di circa dieci centimetri, corrispondenti a note musicali. Il bugnato, quindi, è un pentagramma sul quale giace una melodia per strumenti a plettro, che si legge da destra a sinistra e dal basso verso l’alto, della durata di circa tre quarti d’ora: gli studiosi hanno deciso di intitolarla “Enigma”.
Secondo un’antica leggenda, queste incisioni avevano uno scopo preciso: attirare il potere delle energie positive attraverso quello che si dice fosse un linguaggio segreto dei tagliapietre, tramandato di generazione in generazione. Altre leggende, invece, raccontano che il bugnato sia stato esposto al contrario, attirando così energie negative, motivo per il quale la chiesa, negli anni, è stata soggetta a molti incidenti e crolli.
L’indirizzo è Piazza del Gesù Nuovo, 1.
Da Piazza Garibaldi basta prendere la Linea 1 della metropolitana e scendere alla fermata Dante.
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