Tra le tante chiese di Napoli, molte, purtroppo, sono chiuse e non più adibite al culto.
Una di queste è la chiesa di Sant’Onofrio a Vicaria, situata in piazza Enrico De Nicola a Porta Capuana; si trova tra gli imponenti immobili sacri di Santa Caterina a Formiello, San Giovanni a Carbonara e San Felice in Pincis, quest’ultima una chiesa più piccola e poco distante, sita in via Muzy (l’antico Vicolo delle Chianche), ma rappresentativa anch’essa del patrimonio immobiliare da cui è profondamente assediato il territorio nei pressi di Castel Capuano.
Santa Caterina a Formiello è una delle chiese di Napoli entrate a far parte della città vera e propria, nel XV secolo, nonostante si ritrovasse oltre il muro di cinta, con l’ampliamento dello spazio urbano antico ad opera degli aragonesi; è anche stata riconosciuta importante chiesa napoletana dell’età del Rinascimento e sorge nell’area di piazzetta San Francesco a Porta Capuana, ultimo varco a sud da e per il Borgo Sant’Antonio Abate.
La chiesa è dedicata a Santa Caterina d’Alessandria ed è detta “a Formiello” poiché si trova in prossimità di uno scomparso pozzo dal quale si poteva accedere ai cosiddetti Formali, gli antichi acquedotti della città, a loro volta collegati alle bolle sommerse e disperse lungo il tracciato aragonese di Spaccanapoli. A partire dal 1451 è appartenuta ai frati dell’Ordine dei Celestini sui territori messi a censo dalle famiglie Zurlo ed Aprano, ed è poi finita nelle mani dei Domenicani, come si evince dalla testimonianza artistica del pavimento della sacrestia dove lo stemma dell’ordine è intagliato tra i riccioli, girali e pavoni.
Tornando alla chiesa di Sant’Onofrio, invece, la sua data di fondazione è incerta, ma si conosce perfettamente la sua presenza nella zona nel XVI secolo, prima come ricovero per donne in pericolo e, poi, come rifugio per poveri. Tutto ciò prima di trasformarsi nella chiesa del famoso Conservatorio di Sant’Onofrio a Porta Capuana che, oltre a dare i natali artistici a personalità come Nicola Jommelli, Niccolò Piccinni e Giovanni Paisiello, nel 1806 diede vita al Conservatorio di San Pietro a Majella attraverso la fusione con altri tre istituti.
Successivamente, la chiesa venne via via abbandonata, in balia delle vicissitudini politiche, con la soppressione degli ordini religiosi, e dei danni dovuti a guerre, razzie e terremoti, ultimo dei quali quello del 1980 che ne decretò la chiusura.
La chiesa, retta dalla Confraternita di Santa Maria del Buon Principio, custodisce tre altari marmorei sormontati da opere d’arte di mera fattura devozionale, mentre è di notevole rilievo architettonico la facciata, con il portale rinascimentale ben proporzionato e decorato da un prezioso disegno in piperno; pregevole, seppur molto deteriorata, è la statua cinquecentesca di sant’Onofrio, posta sul portale, in una nicchia nel timpano.
Cookie | Durata | Descrizione |
---|---|---|
cookielawinfo-checkbox-analytics | 11 months | This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics". |
cookielawinfo-checkbox-functional | 11 months | The cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional". |
cookielawinfo-checkbox-necessary | 11 months | This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary". |
cookielawinfo-checkbox-others | 11 months | This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other. |
cookielawinfo-checkbox-performance | 11 months | This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance". |
viewed_cookie_policy | 11 months | The cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data. |