Napoli, durante la sua storia millenaria, è stata un crocevia di culture, tradizioni e religioni, riuscendo sempre ad integrare stili di vita e credenze diverse nel proprio tessuto sociale e culturale.
Ancora oggi, sono presenti diverse confessioni religiose: una di queste è quella evangelica valdese, la cui presenza attiva è testimoniata dalle numerose chiese presenti in città e in provincia.
Ma chi sono i cristiani valdesi?
Il valdismo è una confessione protestante fondata nel XII secolo.
Nata come movimento che richiamava alla povertà, alla semplicità e alla coerenza evangelica, fu scomunicata dalla Chiesa Cattolica nel 1184 e, nel 1523, dopo secoli di resistenza alle persecuzioni e dopo la riforma protestante, decise di aderirvi, confluendo nella corrente calvinista.
I valdesi italiani e svizzeri fanno parte della Chiesa Evangelica Valdese che, dal 1975, fa parte, con la Chiesa Metodista Italiana, dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi.
La nascita del movimento valdese risale, precisamente, al Medioevo, recede di poco quello di San Francesco d’Assisi e la sua fondazione viene fatta risalire a Valdo di Lione.
Probabilmente, dopo aver ascoltato la vita di sant’Alessio da un menestrello, infatti, Valdo decise di dedicarsi allo studio approfondito dei testi sacri, in particolare della Bibbia. Non conoscendo il latino, dopo esserseli fatti tradurre in francese, rimase colpito da alcuni passi del Vangelo (soprattutto quelli in cui Gesù si rivolge al giovane ricco, consigliandogli di cedere tutte le sue ricchezze ai poveri e di seguirlo).
Così, colpito nel profondo, decise, nel 1173, di donare tutte le sue ricchezze ai poveri, di lasciare la moglie, far accogliere le figlie nel monastero di Fontevrault e di dare vita a un gruppo di uomini, i quali, fatto voto di castità e vestiti solo di stracci, andavano in giro a diffondere il messaggio evangelico. Furono chiamati i “Poveri di Lione”.
I valdesi cercarono più volte l’approvazione da parte del pontefice, recandosi anche da Papa Alessandro III. Purtroppo, non gli fu mai riconosciuto il diritto di essere predicatori della Parola, essendo ciò riservato solo ai chierici e agli ecclesiastici e non ai laici. Nel 1184, Papa Leone III scomunicò diversi movimenti ritenuti eretici, tra cui anche i Poveri di Lione, colpevoli di voler predicare in pubblico e di incitare alla lettura individuale della Bibbia. Nonostante ciò, i valdesi continuarono ad espandersi e riuscirono a resistere a moltissime persecuzioni, arrivando fino al ‘500, quando si unirono alla Riforma Protestante Calvinista.
Gli elementi fondamentali del credo valdese sono la mancanza di immagini nelle chiese, il rifiuto delle reliquie, la comunità cristiana vista come unione di credenti e non come struttura gerarchica, il rifiuto del celibato dei pastori e la comunione con il pane e il vino. I valdesi non credono che tra Dio e i credenti ci siano intermediari (i vescovi) e ognuno è chiamato a vivere la sua fede sapendo di essere guidato dal Signore attraverso il suo Spirito. Per questo motivo, non ci sono direttive sulle scelte politiche, sull’etica e sulla vita sessuale: i valdesi sono molto aperti sui temi dell’omoaffettività e la loro chiesa è molto impegnata anche nella lotta a favore della comunità LGBT.
Solo nella città di Napoli sono presenti più chiese valdesi, di cui le più importanti sono in via dei Cimbri (zona Corso Umberto), via Andrea Vaccaro (zona Vomero) e in via Fra’ Gregorio Carafa (zona via Foria).
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