Passeggiando lungo Via dei Tribunali a Napoli, antico decumano maggiore della città greco-romana, precisamente presso largo dei Girolamini, è impossibile non rimanere estasiati dalla magnificenza della chiesa intitolata a questi ultimi.
La struttura, che si mostra all’occhio del visitatore in tipico stile barocco e che, con le sue splendide decorazioni in oro e madreperla, è riuscita ad ottenere il titolo di Domus Aurea, è intitolata alla Natività di Maria Santissima ed a tutti i santi. Fa, inoltre, parte di un complesso monumentale che comprende, oltre alla basilica, anche una quadreria, un convento, due chiostri monumentali, l’oratorio dell’Assunta e la nota biblioteca.
Il complesso nacque con l’avvento dell’ordine dei Girolamini a Napoli, seguaci di Santo Filippo Neri, anche noti come “Oratoriani” per via del fatto che erano membri della “Congregazione dell’Oratorio”.
Il progetto iniziale prevedeva solo la realizzazione di una chiesa, di dimensioni estremamente ridotte rispetto a quella che possiamo osservare oggi, e di un convento situato di fronte al Duomo. Successivamente, però, negli anni novanta del XVI secolo, grazie a diverse opere di demolizione, venne realizzato il largo dei Girolamini e la chiesa ed il convento vennero ampliati fino a raggiungere le dimensioni attuali.
Nel corso dei secoli successivi la chiesa, edificata con forme che prendevano d’ispirazione quelle del Brunelleschi, venne arricchita dalle opere d’arte di numerosissimi artisti del barocco italiano.
L’edificio originario, realizzato per mano dell’architetto Giovanni Antonio Dosio e testimonianza del legame fra Napoli e gli artisti toscano-emiliani, venne successivamente modificato a causa di diverse ristrutturazioni: in primo luogo quella avvenuta nel corso dell’800, che vide la modificazione della cupola e della tribuna, e, in secondo luogo, l’intervento necessario in seguito ai danneggiamenti provocati dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. Dopo quest’ultimo, comunque, nel corso del Novecento, numerosi altri furono gli interventi di restauro e riorganizzazione che interessarono la chiesa dei Girolamini.
Esternamente, la facciata della chiesa appare come divisa da una trabeazione in due parti, una superiore ed una inferiore. Nell’ordine inferiore, decorato tramite un gruppo scultoreo realizzato da Giuseppe Sanmartino che raffigura Mosè con le tavole dei comandamenti in ebraico, ci sono i tre portali d’ingresso, uno per ogni navata. L’ordine superiore è, invece, alleggerito dalla presenza di un finestrone sormontato da un timpano, nel quale risiede la rappresentazione della Madonna con bambino, sempre opera del Sanmartino. Punti focali dell’esterno sono sicuramente la cupola, realizzata dal Lazzari e successivamente rimaneggiata nell’Ottocento, ed i due campanili gemelli, posti ai lati della facciata, sui quali sono presenti, oltre ad i due orologi , le statue di Pietro e Paolo.
La chiesa, realizzata su pianta a croce latina e divisa in tre navate separate le une dalle altre per mezzo di dodici colonne di granito, è uno tra i più vasti luoghi di culto napoletani, con i suo 68 metri in lunghezza e 24 in larghezza. Gli interni sono sormontati da un magnifico tetto a cassettoni decorato, in seguito al restauro dovuto ad i bombardamenti del 1943, con la Gloria di San Filippo e la Madonna della Vallicella realizzati da artisti napoletani quali De Simone, Montella e Ferrara.
Gli interni dell’edificio straripano di opere d’arte barocche e tardo-manieristiche; una di quelle di maggior pregio è sicuramente quella che possiamo osservare sulla controfacciata della chiesa: un affresco di Luca Giordano raffigurante la cacciata dei mercanti dal tempio. L’autore del quadro, soprannominato “Luca fa presto” per la rapidità con la quale portava a termine le sue opere d’arte, era solito passeggiare per le vie del centro storico di Napoli in cerca di ispirazione, ed è proprio in queste occasioni che trovava i personaggi dei suoi quadri come, ad esempio, il “venditore di ciambelle” che ritroviamo proprio nell’affresco.
Nella cupola che sormonta la navata centrale ritroviamo alcune splendide decorazioni che ritraggono alcune scene del Paradiso realizzate da Camillo Guerra e che derivano dalla ricostruzione del 1845. Tra la navata centrale e quella di sinistra c’è una lapide in memoria di Gian Battista Vico, che si dice che sia sepolto nell’ipogeo sotto la cappella di Sant’Agnese. L’altare ottocentesco, posto lì a sostituire quello settecentesco del Lazzari, che fu trasferito nella Chiesa di Sant’Agata vicino Sorrento, è contornato lateralmente da statue lignee scolpite da Giuseppe Picano. Le cappelle laterali sono undici, sei sul “cornu Evangelii”, ovvero sul lato sinistro, e cinque sul “cornu Epistulae”, ovvero quello destro, stracolme di opere d’arte realizzate quasi esclusivamente da artisti toscani, emiliani e napoletani.
Quattro cappelle aggiuntive sono situate, invece, nel transetto, anch’esse ricche di pregevoli opere d’arte tra quadri e sculture, e, da due di queste, si può accedere alla sacrestia. La volta di quest’ultima è decorata con uno splendido affresco raffigurante San Filippo Neri in Gloria, probabilmente realizzato da Luca Giordano.
Al di sotto troviamo, invece, la Cripta. Questa, composta da due stanze, una per la sepoltura dei padri girolamini e l’altra custode di centinaia di ossa, probabilmente era uno dei tanti luoghi dove l’eclettico principe Raimondo di Sangro portava avanti i suoi numerosi esperimenti.
Annesso alla chiesa c’è anche il convento, costruito nello stesso periodo della basilica, il quale ospita, al primo piano, la quadreria dei Girolamini nella quale sono esposte celebri opere di artisti napoletani e di altre scuole dell’Italia centrale. Inoltre, da lì è possibile accedere a due splendidi chiostri: uno più piccolo, detto “Maiolicato” proprio per la pavimentazione ottocentesca composta da maioliche, ed uno più grande contornato da un agrumeto, e per questo denominato “degli aranci”. Da quest’ultima area è possibile accedere ad altre zone del complesso monumentale dei Girolamini, ovvero: i quattro oratori dedicati rispettivamente a Mercanti, Dottori, San Giuseppe ed alla Purificazione e, soprattutto, alla storica biblioteca, la quale contiene oltre 200.000 manoscritti e che purtroppo è chiusa al pubblico.
Info INDIRIZZO: Via Duomo 144 E-MAIL: mn-gir@beniculturali.it TELEFONO: 081 2294571 APERTURA: Da lunedì a venerdì, ore 8.30 - 19.00 Sabato e domenica, ore 8.30 - 14 Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura Mercoledì chiuso COSTO: Intero € 5, ridotto € 2,50 Prima domenica del mese gratuito TRASPORTI: Metro: linee 1 (fermata Museo), 2 (fermata Cavour) Autobus: linea C55
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