Passeggiando lungo le strette e panoramiche curve delle rampe di Sant’Antonio a Posillipo ci si trova davanti ad una deliziosa chiesetta che dà il nome alla strada.
La chiesa, per l’appunto intitolata a Sant’Antonio, venne costruita nel 1642, insieme all’attiguo convento, per mano dei frati conventuali di Terz’ordine. Ai tempi, la zona in cui ora risiede era nettamente diversa da come la vediamo oggi, formata da tre villaggi rurali immersi nelle campagne che si collegavano a Mergellina tramite un’antica strada di origine greco-romana. La via, come si può leggere anche nell’incisione sita sulla prima rampa che sale da Piazza Sannazaro, venne migliorata e riedificata molto tempo dopo la sua fondazione grazie al vicerè Ramiro de Guzman, per far sì che il percorso risultasse più agevole a tutti i pellegrini che volevano raggiungere il complesso sacro.
La prima versione della chiesa che oggi possiamo ammirare era nettamente più piccola, tanto che le sue antiche mura sono state individuate nell’area che ora racchiude la sacrestia. Nel secolo successivo alla fondazione dell’edificio, vennero effettuate diverse operazioni architettoniche mirate all’ampliamento: in primo luogo venne costruita la sacrestia e, in seguito, il campanile.
Quando in età napoleonica vennero soppressi gli ordini religiosi, la chiesa venne destinata a scopi civili e, solo nel 1824, venne riaffidata ad un ordine religioso, precisamente ai domenicani di San Domenico Maggiore, grazie agli interventi di Ferdinando II di Borbone.
Nel 1944, grazie al vescovo Alessio Ascalesi, la chiesa divenne parrocchia, raccogliendo tutti i fedeli della zona che, ormai, grazie alla recente urbanizzazione, era diventata densamente popolata.
Esternamente la chiesa, che si mostra in stile barocco ed accoglie l’occhio del visitatore con le sue eleganti colonne di ordine ionico, domina un piazzale, dal quale è possibile ammirare tutto il golfo di Napoli. Gli interni sono disposti in un'unica navata e in ben tre cappelle laterali. Di queste, la prima custodisce un prezioso crocifisso del XVII secolo, la seconda una raffigurazione di San Nicola di Bari di artista ignoto e l’ultima è ornata con la Vergine della Purità.
A risaltare è l’altare maggiore policromo accompagnato da Sant’Antonio, che si trova nella parte centrale dell’abside. Inoltre, tra le decorazioni ricordiamo due tele di Giacinto Diano che rappresentano l’estasi di Sant’Antonio e San Raffaele e San Tobiolo.
La chiesa è assolutamente una tappa da non perdere, non solo per la sua bellezza, quanto anche per lo splendido panorama che offre il piazzale antistante ad essa.
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