Passeggiando in via Arco Mirelli, a Napoli, ci si trova dinanzi un luogo di culto di considerevoli dimensioni: il Complesso di San Francesco degli Scarioni.
Leonardo Scarioni fu un mercante di origini pratesi che si trasferì a Napoli e ci trascorse il resto della sua vita, morendo senza lasciare eredi.
Fu suo desiderio, allora, investire i suoi molteplici averi lì dove aveva deciso di trascorrere i suoi ultimi anni, utilizzandoli per la creazione di una struttura religiosa, di un convento, precisamente, francescano, che fungesse da dimora per una sessantina di monache sue compaesane, accogliendole nel capoluogo campano che lo aveva adottato, lasciando in eredità, in questo modo, una fusione dei suoi due mondi.
Fu così che nacque il Complesso, affidando il compito della realizzazione della sua visione a Giovan Battista Nauclerio il quale, dopo diciassette anni di lavoro, nel 1721, permise lo svolgimento di una solenne inaugurazione, consegnando alla città il risultato dei suoi sforzi.
Si presenta come un colosso in stile barocco, alla cui facciata si impone una notevole statua lignea rappresentante San Francesco.
Simbolo della costruzione, cronologicamente successiva all'erezione del complesso, la statua in legno è posta al di sopra del cancello d'ingresso a sormontare l'intero molosso e ad accogliere i fedeli in visita.
All'interno, dove è riscontrabile una pianta a croce greca, la dedizione al santo è forte e chiara.
Difatti l'altare maggiore è dominato da un quadro, opera di Francesco De Mura, del 1773, che lo rappresenta nel momento in cui riceve l'indulgenza per mano di Cristo e della Vergine.
Vi sono dediche, però, nella struttura, che riguardano anche altre personalità di spicco della chiesa cattolica.
Nella sagrestia, ad esempio, è conservata una tavola di Marcus Laurus, risalente a due secoli prima del summenzionato dipinto, nella quale il Crocifisso si rivolge a San Tommaso.
Per quanto concerne gli altari laterali, invece, quello sinistro è abbellito dal quadro dell'Adorazione dei pastori di Antonio Sarnelli, posto al di sopra della sua sommità, dello stesso anno del dipinto del De Mura sul padre dei francescani, mentre, per quello destro, il compito spetta all'Immacolata, un'opera di Paolo De Matteis.
Degne di nota sono anche la Cappella del Presepe, adornata da affreschi prodotti da una delle ospiti del convento, una suora, Maria Eleonora Zarrini,e la Madonna addolorata, una ceroplastica i cui meriti sono da attribuire a Giovanni Francesco Pieri.
Importante per la costruzione francescana è, poi, anche un organo in essa presente, risalente al 1721.
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