
Palazzo Zevallos e la Galleria dell’intrattenimento
11 Settembre 2023
Il Complesso di San Francesco degli Scarioni, un’eredità pratese
11 Settembre 2023Nel 1742, ad opera dell’architetto Ferdinando Sanfelice, cominciò anche la sistemazione dei centoventiquattro ettari del parco annesso: da una spianata di forma ellittica aperta di fronte al palazzo, l’architetto lasciò partire cinque viali da cui ne vennero diramati altri più piccoli che attraversavano il bosco.
Voluta da Carlo di Borbone, inizialmente per ospitare la ricca e preziosa collezione Farnese, ben presto la Reggia di Capodimonte divenne una delle residenze storiche dei Borbone di Napoli, ma anche dei Bonaparte, dei Murat e dei Savoia.
Un po’ di storia
Dopo due secoli di viceregno spagnolo finalmente, nel 1734, con la salita al trono di Carlo di Borbone, Napoli ritornò ad essere capitale di un regno indipendente. Tra le nuove idee del sovrano c’era, appunto, quella di costruire un nuovo palazzo dove ospitare una collezione di opere d’arte, la cosiddetta collezione Farnese, iniziata da papa Paolo III nel XVI secolo e continuata dai suoi discendenti, ereditata dalla madre Elisabetta Farnese e ancora divisa tra Roma e Parma.
Il luogo prescelto fu la collina di Capodimonte, zona boschiva di Napoli, ricca di selvaggina, poichè il sovrano aveva intenzione di affiancare all’uso museale anche un luogo dove risiedere durante le battute di caccia.
Nel 1742, ad opera dell’architetto Ferdinando Sanfelice, cominciò anche la sistemazione dei centoventiquattro ettari del parco annesso: da una spianata di forma ellittica aperta di fronte al palazzo, l’architetto lasciò partire cinque viali da cui ne vennero diramati altri più piccoli che attraversavano il bosco.
A ciò si aggiunse anche il restauro di quelle costruzioni già presenti nel giardino, come una fabbrica di arazzi, una di porcellana, una stamperia reale, una fabbrica di armi e diverse aziende agricole.
Anche con la salita al trono di Ferdinando I delle Due Sicilie, i lavori continuarono, però, ad andare a rilento; la situazione, finalmente, si sbloccò con l’entrata in scena dell’architetto Ferdinando Fuga.
L’eremo dei Cappuccini
Il parco ha assunto la sua conformazione definitiva con la costruzione dell’Eremo dei Cappuccini, una chiesa, lontana dalla frenesia e dai rumori della città, voluta da Ferdinando IV di Borbone, tra il 1816-17. L’architettura del complesso è a forma di L e l’entrata è costituita da un portale con un portico caratterizzato da affreschi che raffigurano “San Francesco d’Assisi che riceve le stigmate”, di artista ignoto. Solitamente usata come cappella privata dei sovrani, in particolari occasioni fu concesso anche al popolo di entrarvi.
Dal 1950, ospita l’ente privato “Opera della salute del Fanciullo” e, oggi, vengono organizzate visite speciali (ed eccezionali) per gli appassionati ed i cultori della storia partenopea.