Oggi, il castello è conosciuto con il nome di uno dei suoi proprietari ed è utilizzato per cerimonie, incontri e importanti esposizioni d'arte. Con una storia di 700 anni alle spalle, l'edificio è avvolto da miti straordinari e oscure leggende. Tra queste storie, spicca quella del fantasma che infesta le sue mura. Prima di raccontare la leggenda nei dettagli, è necessario fornire un po' di contesto storico. Si dice che il castello sia stato costruito da Carlo II d'Angiò con lo scopo di difendere il borgo di Vico Equense e ospitare la famiglia reale durante i mesi estivi. Tuttavia, alcuni dibattono sulle vere origini del castello, sostenendo che sia stato in realtà costruito da Sparano di Bari, un feudatario, per ospitare soldati, provviste e munizioni per l'esercito, con finanziamenti del re angioino. Nel corso dei secoli, molte persone hanno abitato il castello, ma fu la famiglia Giusso, che lo resse dal 1822 al 1934, a effettuare le modifiche più significative, dipingendolo nel caratteristico colore rosa salmone che lo contraddistingue oggi. Ma chi è il fantasma del castello Giusso? Secondo la leggenda, le mura del castello Giusso di Vico Equense sono infestate dal fantasma della regina Giovanna I d'Angiò di Napoli. Questa regina, una delle prime donne d'Europa a regnare per diritto dinastico, successe a suo nonno Roberto d'Angiò dopo la morte prematura del padre Carlo, duca di Calabria. La regina, nota come Giovanna la Pazza, era una donna insaziabile e si dice che avesse l'abitudine di uccidere gli uomini con cui aveva avuto relazioni. Non importava se fossero nobili o plebei, i uomini che le venivano procurati dai suoi funzionari avevano tutti la stessa, triste sorte. La regina avvelenava le sue vittime o tendeva loro trappole mortali all'interno del castello. Si dice anche che avesse ordito una congiura per uccidere il suo primo marito, il duca Andrea di Calabria, figlio del re Carlo Roberto d'Ungheria e suo cugino. Andrea fu ucciso da un gruppo di congiurati nella notte del 18 settembre 1345 nel castello di Aversa. La regina avviò un'indagine sul crimine, probabilmente per nascondere le sue presunte responsabilità, depistando i sospetti del Papa Clemente VI. La leggenda di Giovanna I d'Angiò è strettamente legata a quella di Giovanna II, una storia simile secondo cui la regina avrebbe ucciso i suoi amanti gettandoli nel pozzo segreto del Maschio Angioino, una dimora piena di coccodrilli e feroci animali acquatici. Ironia del destino, la regina Giovanna I finì per cadere in una delle sue stesse trappole, e da allora il suo spirito inquieto infesterebbe le stanze del castello Giusso. Oggi rimane poco della struttura originale del castello. Tuttavia, la cinta muraria e una meravigliosa terrazza sul mare sono ancora visibili. Dopo vari lavori di restauro, nel XVII secolo il castello divenne una residenza signorile e venne abbellito con giardini, grotte, fontane e piante secolari. Anche gli interni furono decorati, e successivamente ebbero ulteriori lavori di restauro dopo che l'edificio passò nelle mani di Luigi Giusso. Tra le curiosità più affascinanti sul castello, vale la pena menzionare che il giurista napoletano Gaetano Filangieri decise di trascorrere i suoi ultimi giorni lì, convinto che l'aria di Vico Equense potesse aiutarlo nella sua lotta contro le malattie che lo affliggevano. Il giurista trovò poi la morte tra le mura del castello il 21 luglio 1788.