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Le maschere apotropaiche rappresentano spesso animali o creature mitologiche, donando un aspetto misterioso ed enigmatico agli edifici che le ospitano. Ovunque nella città si possono trovare questi affascinanti simboli, che sono diventati un elemento distintivo della cultura napoletana.
Conosciute anche come “testoni” o “faccia di vecchia”, queste maschere hanno una tradizione lunga e radicata che affonda le sue origini nell’antichità classica. Il termine “apotropaico” deriva dal greco antico “apotropaios” e si riferisce all’azione di allontanare il male o di proteggersi da esso.Si ritiene che l’uso di queste maschere sia iniziato nell’antica Grecia, dove venivano collocate sopra le porte delle case per allontanare demoni, spiriti maligni e lo sguardo maledetto della “jettatura”, una credenza popolare che parlava del potere di maledizione attraverso lo sguardo. Con il passare del tempo, questa pratica si diffusese a Napoli, dove le maschere venivano utilizzate per decorare i templi e gli edifici pubblici. Nel corso del Medioevo, la tradizione di utilizzare queste maschere come simboli protettivi si consolidò ulteriormente.
Oggi le maschere apotropaiche sonoancora estremamente popolari a Napoli. Si trovano in ogni quartiere della città e presentano una grande varietà di forme e stili. Alcune di esse raffigurano volti umani, spesso con espressioni grottesche e sofferenti, mentre altre assumono la forma di animali fantastici come draghi e mostri. Queste figure sono spesso accompagnate da elementi simbolici come serpenti, corvi o occhi, che aggiungono ulteriore protezione e significato alle maschere.