Nel centro storico di Napoli, più precisamente sulla collina Pirozzoli, luogo più panoramico di tutto il quartiere dei Vergini, si trovano una chiesa ed un convento che, insieme, compongono il complesso dei Cinesi.
Il complesso, durante i secoli, è passato per le mani di numerosi personaggi influenti napoletani. Innanzitutto, a far costruire un edificio su quella panoramica altura fu, nel XVII secolo, la principessa Gallicane, che lo aveva adibito a sua villa extraurbana. Successivamente molti furono i proprietari che si succedettero, tra cui ricordiamo anche i celebri Carafa e Benedetto Valdarno, che li cedette, a sua volta, ai padri Orvietani, che diedero al complesso una forma architettonica che più si confaceva alle sue funzioni religiose. Per far ciò aggiunsero diversi elementi architettonici come il portico loggiato, ancor oggi visibile, ed i due ingressi, uno dalla salita dei Cinesi e l'altro (oggi chiuso) da vico dei Cinesi. Nel 1729, probabilmente per problemi di collegamento con la città, l'ordine monastico degli Orvietani vendette il complesso a Matteo Ripa, il quale lo fece diventare il Collegio dei Cinesi, degli Indiani e di altre nazioni infedeli. Ripa, infatti, fu missionario in Cina per ben 13 anni e, nel 1724, una volta tornato, decise di adibire gli edifici a luoghi dove portare avanti l'educazione dei giovani bambini cinesi che aveva portato con sé di ritorno dal suo viaggio. Quest'opera educativa, ovviamente, non era fine a se stessa, ma faceva parte di un progetto di Ripa: educare con principi cristiani giovani ragazzi cinesi al fine di formare un clero autoctono che avrebbe potuto rimandare in Cina per un'opera di evangelizzazione di quel popolo.
In seguito all'Unità d'Italia gli ordini religiosi vennero soppressi ma, data l'importanza culturale del Collegio dei Cinesi, questo non venne chiuso bensì solo "laicizzato", diventando il "Real Istituto Orientale di Napoli" adibito all'insegnamento delle lingue orientali ed africane; inoltre, venne anche spostato in Largo San Giovanni Maggiore. Il complesso di edifici perse dunque la sua funzione e divenne prima un collegio per giovani orfani gestito dalle suore Oblate di Santa Rosa e, in seguito, adibito ad ospedale per infermi cronici grazie agli interventi operati dalla congrega del Pio Monte Della Misericordia.
La chiesa del complesso dei Cinesi è stata costruita nel 1732 e successivamente rimaneggiata, nel 1814. Sebbene sia chiusa al pubblico da dieci anni e versi in uno stato di degrado, conserva al suo interno elementi, come il susseguirsi di archi e volte, che rimandano al barocco napoletano. Gli interni sono organizzati in un'unica navata di marmo fiancheggiata da pareti scandite da pilastri postili che reggono volte settecentesche. Al di sopra della navata regna sovrana la grande cupola accompagnata da un lanternino. Sopra il vestibolo è, invece, possibile osservare il coro, caratterizzato da una balaustra in legno intarsiato e da una pavimentazione in cotto maiolicato, il quale ospita due splendidi organi, alcune tele ed arredi d'epoca. Diverse sono, poi, le opere d'arte di pregio nel sacro edificio, prima tra tutte una tela posta sull'altare maggiore raffigurante la Sacra Famiglia dipinta da Antonio Sarnelli. Di gran pregio sono anche quelle poste a destra e sinistra dell'altare e raffiguranti l'Annunciazione e la Visitazione.
Purtroppo oggi questo splendido complesso regna nel semi-abbandono, cosa davvero triste dato che, oltre ad essere architettonicamente uno splendido sito, è la testimonianza tangibile del legame della città di Napoli con altre culture, nonché traccia della storia del popolo cinese in questa città.
Info
Indirizzo: Vicoletto Cinesi, 80136 Napoli NA
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