Vicolo del Cerriglio è un incantevole angolo di Napoli, situato tra l'antico porto e il caratteristico vicolo di Santa Maria la Nova. Rinomato per la sua straordinaria strettezza, questo vicolo racchiude una storia affascinante legata al famoso artista Caravaggio. Nel buio della notte del 24 ottobre 1609, Caravaggio uscì dalla Locanda del Cerriglio (ancora oggi aperta e attiva) e fu brutalmente assalito da quattro individui che gli sfregarono il volto con un coltello, lasciandolo in condizioni così gravi da far temere per la sua vita. Solo grazie all'intervento tempestivo del locandiere, che chiamò prontamente le autorità, gli aggressori sparirono nel nulla. Le motivazioni di questo attacco così violento verso Caravaggio restano ancora un mistero, ma si ipotizza che possa essere stato causato da un affronto all'onore. L'origine del nome "Cerriglio" ha radici antiche e si pensa che derivi da un antico gruppo di querce chiamato "ceriglie" in dialetto napoletano, che un tempo delimitavano il quartiere medievale. Questo magico vicolo è un vero tesoro di storia e cultura, da non perdere durante la visita a Napoli.
Vico Scassacocchi
Il pittoresco vicolo è stato scelto come location principale per il film tv "Napoli Milionaria", ispirato all'opera di Eduardo De Filippo del 1945 e diretto da Luca Miniero. Qui si trova la caratteristica casa dei protagonisti: Don Gennaro Jovene (interpretato da Massimiliano Gallo) e sua moglie Amalia (interpretata da Vanessa Scalera). Anche nel film originale "Napoli Milionaria", il personaggio di Pasqualino Miele (interpretato da Totò) abita al quinto piano del numero 17 di Vico Scassacavalli. Questo antico vicolo si estende tra via dei Tribunali e Spaccanapoli ed è stato spesso scelto da De Filippo come sfondo per le sue opere, come ad esempio "Quei figuri di trent'anni fa". Ma qual è l'origine di questo curioso nome "Scassacavalli"? Secondo alcune teorie, potrebbe essere legato alla strettezza del vicolo che causava la rottura delle ruote dei cavalli e delle carrozze che lo percorrevano (da qui "scassacavalli"). Altre ipotesi suggeriscono che, un tempo, il vico fosse sede di piccoli negozi che vendevano a prezzi vantaggiosi ricambi per cavalli e carrozze.
Vico Freddo a Rua Catalana
Conosciuto anche come il "vicolo fresco" a causa della sua posizione ombreggiata, protetta dai palazzi circostanti, che impediscono al sole di raggiungerlo direttamente. La brezza marina che arriva dal mare mantiene una temperatura fresca e umida, anche durante le estati più torride. A partire dalla metà del 1300, il vico divenne il quartiere dei lattonieri, rigattieri e sughera, su richiesta della regina di Napoli, Giovanna I d'Angiò, che invitò artigiani provenienti da diverse nazioni per stimolare il commercio. Rua Catalana fu assegnata agli artigiani spagnoli. Ancora oggi, il vico è caratterizzato da botteghe artigianali specializzate nella lavorazione della latta e di altri materiali poveri. Nel 1997, l'artista Riccardo Dalisi ha dato nuova vita a questo vico, trasformandolo in un museo a cielo aperto di arte contemporanea, grazie alla collaborazione di tutti gli artigiani del quartiere.
Vico del Fico al Purgatorio
Un antico vicolo che collega due importanti vie di Napoli, via dei Tribunali e via San Biagio dei Librai, più noto come "Spaccanapoli". Questo vico è famoso per la sua storica Chiesa barocca del Purgatorio ad Arco, conosciuta anche come la chiesa delle anime del Purgatorio. Spesso chiamata anche "e cape e morte", la chiesa è un luogo di culto dedicato alle anime sospese tra il cielo e l'inferno. Una delle attrazioni principali di questo vico è la statua di Pulcinella, un'icona della tradizione napoletana. L'opera, realizzata in bronzo e posta su un basamento in pietra, è stata donata alla città dall'artista Lello Esposito nel 2012. La statua di Pulcinella è diventata una delle immagini più note del centro storico di Napoli ed è considerata un simbolo di buona fortuna per chi vi poggia la mano sul becco del naso. Proprio nei pressi di questa statua si trova il Teatro Instabile Napoletano, conosciuto come "T.I.N", che si impegna attivamente nel recupero e nell'animazione di tutta l'area circostante.
Vico dei panettieri
Un piccolo vicoletto pittoresco che collega Via dei Tribunali a Via San Biagio dei Librari, conosciuto come "il cuore dei fornai". Il nome del vicolo deriva dal fatto che qui una volta si trovavano le antiche fornaci dove si sfornava il pane caldo e fragrante. Un tempo questo era il centro pulsante dell'artigianato del pane a Napoli. Ancora oggi, camminando lungo questo vico, si respira l'aroma del pane appena sfornato che si diffonde dalle panetterie tradizionali che ancora mantengono viva l'antica tradizione. Il vico dei Fornaioli è anche famoso per i suoi colorati murales che ritraggono scene di vita quotidiana e personaggi famosi della città. Queste colorate opere d'arte urbana rendono il vico un luogo affascinante e un'immagine iconica di Napoli da ammirare e fotografare.
Vico Totò
Nel suggestivo vico Portacarrese a Montecalvario, a pochi passi da via Toledo, c'è un luogo che incanta tutti: il Vico Totò. Questo piccolo vicolo si è trasformato in un autentico museo a cielo aperto, una vera celebrazione degli artisti napoletani e della loro eredità culturale. Murales, fotografie e manifesti adornano le pareti, ritraendo l'indimenticabile Totò, il talentuoso Nino Taranto e il geniale Peppino De Filippo, donando vita a questo luogo unico. Il primo murale a prendere vita è stato l'immagine di Totò vestito da donna, ispirato al film "Toto' truffa '62", realizzato dall'artista Lino Ozon. Successivamente si sono aggiunte opere come gli Humanheroes di Luca Carnevale e molte altre ancora. Un'altra attrazione imperdibile del vico è la riproduzione della finta tipografia "Lo Turco", famosa per la divertente scena del film "La banda degli onesti" e affissa su una bottega ormai chiusa. Camminando per il Vico Totò, si respira l'arte, l'energia e lo spirito unico di Napoli e dei suoi straordinari artisti
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