Recentemente, gli studiosi hanno scoperto nuovi dettagli sull'origine di Dracula, rivelando che il personaggio potrebbe essere stato ispirato da un principe della Transilvania del XV secolo, Vlad III di Valacchia, noto anche come Vlad l'Impalatore. Questa scoperta ha portato a un rinnovato interesse per la figura di Vlad, che potrebbe avere avuto un ruolo importante nella creazione del personaggio di Dracula.
Nel corso dei secoli indicata da pareri autorevoli come una semplice traduzione dal greco, il testo dell’epigrafe, da quanto si è scoperto, è scritto, in realtà, in un linguaggio ancora sconosciuto. L’unico elemento decifrato è appunto il nome «Vlad», che ricorre più volte. L’esame è stato effettuato al termine di un delicato restauro iniziato lo scorso febbraio.
La ricerca dell’ing. Falcucci è giunta ad una conclusione precisa: la scritta non risale alla fine dell’800, come ipotizzato finora, ma probabilmente a trecento anni prima. Proprio il processo di restauro ha consentito di verificare come alcune lettere dell’iscrizione siano state ridipinte più volte nel corso dei secoli e sempre senza che venissero in alcun modo alterate.
«L’idea inziale era che questi interventi fossero stati realizzati a cavallo tra il XIX e XX secolo» ha spiegato Falcucci «Lo svolgimento di analisi basate sulla fluorescenza indotta da radiazioni ultraviolette, su riprese all’infrarosso e su prelievi di pigmenti ha invece rivelato che questi interventi sarebbero iniziati molto prima e che la datazione dell’iscrizione potrebbe risalire anche al XVI sec.».
Gli esiti dell’indagine, dunque, confermano che l’iscrizione presente a S. Maria la Nova risale ad un periodo congruente con quello dell’ipotetico soggiorno napoletano del conte Vlad-Dracula, all’epoca in stretto contatto con la corte aragonese, e, soprattutto, con quello della sua morte.
I risultati della ricerca diagnostica e, più in generale, l’affascinante ed ipotetica tesi della sepoltura di Vlad III a Santa Maria la Nova saranno presentati nel corso del convegno «Ortodossia/Eterodossia: lo spazio slavo di fronte alle divisioni della cristianità dal Medioevo ad oggi» in programma il 22 e 23 novembre 2018 presso l’Università degli Studi di Napoli L'Orientale; in tale occasione ne parlerà il professor Giuseppe Reale.
Ma cosa c'entra tutto ciò con Napoli? In realtà, la città partenopea ha una storia di legami con il folklore dei vampiri. Nel XIX secolo, il popolo napoletano credeva fortemente nell'esistenza dei "vampiri napoletani", creature che si nutrivano del sangue degli esseri umani e che si dicevano potesse essere distrutti solo attraverso la decapitazione o la dispersione delle loro ceneri.
Questi racconti sono diventati parte della cultura popolare napoletana, tanto da essere spesso ripresi in opere letterarie e cinematografiche. Ciò non significa che ci sia una connessione diretta tra Dracula e Napoli, ma sottolinea piuttosto l'interesse storico e culturale della città per il folklore vampiresco.
Cookie | Durata | Descrizione |
---|---|---|
cookielawinfo-checkbox-analytics | 11 months | This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics". |
cookielawinfo-checkbox-functional | 11 months | The cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional". |
cookielawinfo-checkbox-necessary | 11 months | This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary". |
cookielawinfo-checkbox-others | 11 months | This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other. |
cookielawinfo-checkbox-performance | 11 months | This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance". |
viewed_cookie_policy | 11 months | The cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data. |