Localizzato nel pieno del centro storico, con il suo convento e la monumentale chiesa, è uno dei più vasti complessi abbaziali della città. Stiamo parlando del complesso della Santissima Trinità delle Monache, la cui struttura fu costruita nel quartiere di Montecalvario e confina con la Certosa di San Martino, il Castel Sant’Elmo e il complesso di Santa Lucia Vergine al Monte.
La sua fondazione è legata alla nobildonna Vittoria de Silvia;inizialmente nato come convento, chiamato “Trinità delle monache“, assunse, nel corso dei secoli, diversi ruoli, tra cui, sotto Giuseppe Bonaparte, quello di ospedale militare.
La sua costruzione cominciò nel 1607 e fu affidata a uno dei migliori architetti del momento, Francesco Grimaldi; la somma spesa fu elevatissima per i tempi: circa centocinquantamila ducati.
L’intero complesso fu voluto, come detto, da Vittoria de Silva, un’artistocratica che, dopo aver rifiutato categoricamente, e all’ultimo minuto, le nozze con il conte Emilio Caracciolo, si ritirò nel convento di San Girolamo a Mezzocannone, abbracciando la vita claustrale con il nome di suor Eufrosina.
La donna istituì un ritiro in Via Costantinopoli ma, ben presto, visto il numero crescente di educande, pensò di realizzare un monastero più grande, in modo da ospitare il numero crescente di ragazze. Così, dopo aver avuto il permesso da papa Clemente VIII, acquistò un lotto di terra, di proprietà della certosa di San Martino, nel tratto alto dei Quartieri Spagnoli, detto Contrada delle Celse.
Il monastero che fu costruito era uno dei più ricchi e scenografici della città e, grazie alla sua posizione, permetteva la visione del meraviglioso panorama del Golfo di Napoli. La realizzazione fu completata nel 1620, dopo che diversi architetti, come Cosimo Fanzago e Gian Giacomo di Conforto, si alternarono nel progetto.
Cosimo Fanzago realizzò le trasformazioni degli esterni e la scala; inoltre, sotto la sua direzione, vennero costruiti il vestibolo e il portale d’ingresso incassato nell’arco a tutto sesto e, nel 1629, fu completata anche la cupola.
Nel 1808 il complesso venne soppresso ed adibito ad ospedale militare, fino al 1892, quando i militari lasciarono il monastero. Tuttavia, a causa della scarsa manutenzione, nel 1897 si registrarono crolli della volta e della cupola, elementi che vennero sostituiti con una copertura a falde.
L’atrio è meravigliosamente affrescato dalle opere di Giovanni Bernardino Azzolino, ritraenti i santi e martiri francescani e, agli angoli, le quattro virtù: Povertà, Ubbidienza, Castità e Religione.
Sono conservate opere di Battistello Caracciolo (Immacolata con i Santi Francesco e Antonio), dello Spagnoletto, di Giovanni Luigi Rodrigo e Fabrizio Santafede anche se, alcune di queste, come per esempio la Sacra famiglia e Santi di Ribera (trasferita al Palazzo Reale), sono state portate in altri musei o complessi cittadini.
Purtroppo, come è successo per altre chiese e complessi religiosi della città, anche qui, oggi, tutto versa in uno stato di totale abbandono e incuria e sarebbe necessaria una vasta opera di riqualificazione.
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