Il Palazzo della Borsa fu costruito nel 1895 per ospitare gli uffici della borsa e della Camera di commercio.
Il progetto, a opera di Alfonso Guerra, fu realizzato con i fondi donati, nel 1861, dal generale Enrico Cialdini, all’epoca luogotenente di Vittorio Emanuele II. L’edificio, all’epoca, era rivolto verso la Fontana del Nettuno, che ora si trova in Piazza Municipio, e durante il Fascismo furono aggiunti due obelischi ai suoi lati.
Lo stile del palazzo è neorinascimentale, apparendo diviso su tre piani e dotato di due ordini di lesena. L’ingresso è caratterizzato da due colonne ioniche che hanno funzione di sostegno del poggiolo superiore, al quale si accede dalla scalinata. Il pian terreno, invece, è definito da soluzioni in ferro e vetro, le quali conferiscono ampiezza e luminosità agli ambienti interni. L’ultimo piano è dotato, infine, di infissi minori, intervallati da cariatidi con al centro un grande fregio contenuto nella lunetta e raffigurante Hermes e Dioniso.
Nelle adiacenze dell’ingresso laterale si accede anche alla chiesa di Sant’Aspreno, piccolo tempio paleocristiano, inglobato nella costruzione del Palazzo durante il Risanamento. L’edificio ospita, come detto, la sede centrale della Camera di Commercio, ma all’interno ci sono anche le sedi di due importanti banche.
Come già accennato, Enrico Cialdini fu il luogotenente di Vittorio Emanuele II. Non tutti sanno, però, che l’uomo che fece costruire il Palazzo della Borsa, aveva lasciato dietro di sé, pochissimo tempo prima, una scia di sangue e dolore in tutto il Sud Italia, firmando la morte di circa 9.000 meridionali, senza contare i bombardamenti di Gaeta, i feriti, i prigionieri, i deportati e le chiese saccheggiate.
Nel Palazzo della Borsa, Cialdini fece erigere un suo busto, che oggi si trova nel Salone delle Contraddizioni, così chiamato perché egli stesso partecipò allo svuotamento delle casse degli istituti di credito meridionali e alla sparizione della Borsa di Napoli dalle scene finanziare, sia nazionali che internazionali. Il suo busto, quindi, insieme a quello di Cavour, è considerato una beffa, simbolo di colonizzazione.
Il Cialdini, in realtà, fece costruire il Palazzo per cancellare lo splendore della precedente sede della prima Borsa d’Italia, la Borsa Cambi e Merci nata nel 1778, e per evitare che il suo nome fosse maledetto dai napoletani e dai meridionali, ai quali aveva procurato una seria di sventure.
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