Lo zoo di Napoli è uno dei più antichi parchi faunistici italiani: venne costruito nel 1940 ma, a causa della seconda guerra mondiale, venne aperto al pubblico solo nove anni dopo.
Il parco, a cui si accede da via Terracina, fa parte del complesso della Mostra d’Oltremare ed ospita al suo interno numerose specie animali e vegetali. Negli anni successivi alla sua nascita venne gestito dal direttore Franco Cuneo e dalla sua assistente e finanziatrice Clair Wenner che, con impegno e dedizione, riuscirono a far diventare lo zoo di Napoli un polo attrattivo per gli uomini di scienza del secolo, tant'è che fu sede di numerose ricerche scientifiche e, all’apertura, ospitava ben 1365 animali.
Sebbene sia una cosa molto difficile da ottenere in cattività, lo zoo di Napoli vide tra le sue mura diversi parti, tra i quali ricordiamo: rinoceronte nero, antilope giraffa ed avvoltoio papa (prima nascita in cattività al mondo). Nella struttura, moltissimi erano gli animali di pregio ma, tra tutti, è impossibile non menzionare la splendida collezione di pappagalli che risiedevano all’interno di un’immensa voliera.
Nonostante, durante questo periodo, non ci fossero né attenzione al benessere degli animali né i fondi necessari, e sebbene le gabbie fossero quasi sempre troppo piccole per gli esemplari che contenevano, furono attuate diverse innovazioni. Quella sicuramente più rilevante fu la gabbia dei gibboni, progettata dallo zoologo Domenico Scaramella, la quale permetteva a queste scimmie di vivere liberamente. La struttura era costituita da un isolotto posto nel mezzo di un laghetto (è ancora visibile, ma ora vi risiedono i lemuri) e collegato alla terraferma solo da una galleria subacquea che conduceva ad un ricovero per gli animali. Questo stratagemma permetteva di far vivere liberamente i gibboni in un’area priva di recinzione, sfruttando il loro odio per l’acqua.
I due gestori del giardino zoologico erano in contatto con numerosi altri zoo europei e giravano il mondo in cerca di nuove specie da introdurre all’interno del parco. Quando, nei loro numerosi viaggi, riuscivano a trovare animali interessanti, venivano sfruttate le zone del lago Fusaro e della riserva degli Astroni come luogo di quarantena o come posto dove farli ambientare, prima dell'inserimento. Purtroppo, molto spesso si verificavano episodi di bracconaggio all’interno di queste aree e gli animali venivano uccisi per il mero scopo dei cacciatori.
Oltre ad arricchire lo zoo con numerosi esemplari di specie animali, Clair e Franco si dedicarono anche a far diventare il giardino zoologico un giardino botanico, piantando specie vegetali di tutto il mondo. Ancor oggi, infatti, passeggiando tra le varie zone del parco, si possono ammirare esemplari di piante ed alberi rari, per la maggior parte africani, come jacarande e korallenbaum.
Sebbene il parco zoologico fosse diventato un vero e proprio polo per scienziati e turisti, gli ingressi non riuscivano a coprire i costi della manutenzione e della gestione di animali ed habitat così eterogenei: fu così che, sfortunatamente, verso la fine degli anni ’80, a causa dei costi delle varie forniture, lo zoo cadde in un grave declino. Questo accumularsi di debiti portò alla chiusura del sito nel 2003, che rimase a porte serrate per un bel po’ di tempo, lasciando gli animali senza alcun tipo di cura e provocandone una grande moria.
Fortunatamente, in tempi recenti, il parco è stato rilevato da Floro Flores, imprenditore che è stato capace di ridare vita alla struttura. Sotto la nuova gestione lo zoo mira, grazie ad investimenti ammontanti a 6 milioni di euro, a diventare un moderno bioparco. Tutt’ora le modifiche già sono molte: gli animali hanno ottenuto una gestione che salvaguardi il loro benessere, con una chiusura delle vecchie gabbie e la creazione di nuovi recinti più adatti. Di grande rilievo è sicuramente la creazione di una nuova zona dedicata alle tigri, che nella vecchia gestione vivevano in strutture troppo piccole e pavimentate con ceramica; oggi, invece, possono godere di un ampia zona dove passeggiare, con tanto di alberi su cui arrampicarsi e “laghetti” in cui rinfrescarsi. Molti altri sono i passi avanti fatti nella gestione del luogo, come ad esempio l’apertura dell’ormai abbandonato rettilario, ma sicuramente tanto c’è ancora da fare.
Lo zoo di Napoli, inoltre, oggi si sta fortemente impegnando nella ricerca e nella conservazione delle specie animali in via d’estinzione grazie a varie campagne di divulgazione scientifica.
Insomma, è un luogo che, sia per la sua storia che per contribuire alla sua rinascita, bisognerebbe senza dubbio visitare, potendo godere degli incredibili animali e della rara fauna che lo popola.
Info Orario apertura invernale (1° Novembre - 31 Marzo): dalle 9:30 alle 17:00 Orario apertura estivo (1 Aprile-31 Ottobre): dalle 9:30 alle 18:00 - Giorni Feriali dalle 9:30 alle 19:00 - Week End e Giorni Festivi La cassa chiude un'ora prima della chiusura del Parco. Prezzo Ticket: 10.00€ Ingresso gratuito per i bambini al di sotto dei 3 anni, per gli over 70 e i diversamente abili (con accompagnatore).
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