Nella città di Vico Equense, perla della penisola sorrentina, è custodito, all'interno dello storico ex convento della Santissima Trinità e Paradiso, il museo mineralogico campano. La struttura ospita una collezione che conta più di tremilacinquecento minerali e tanti reperti antropologici e paleontologici, grazie ai quali viene ritenuto uno dei musei scientifici più importanti di tutta la Campania.
Il museo venne inaugurato nell'ottobre del 1992 grazie alla collaborazione del comune di Vico Equense con la famiglia Discepolo. La collezione iniziale, poi ampliata nel tempo, fu infatti donata dall'ingegner Pasquale Discepolo il quale, in oltre cinquant'anni di studi e ricerche, aveva raccolto e collezionato un gran numero di minerali. Nel corso degli anni, poi, sono state aggiunte anche altre sezioni, come quella di paleontologia (1997) e tante altre.
Inoltre, la sinergia tra la famiglia Discepolo e la città di Vico ha portato alla creazione di un ente morale senza scopo di lucro: la fondazione Discepolo, che si occupa di divulgare e studiare il mondo delle scienze naturali e fisiche. Grazie ad esso è stato possibile organizzare una serie di prestigiosi eventi che hanno attirato nella piccola cittadina di Vico Equense numerosi celebri studiosi. L'opera di divulgazione di più grande importanza ha visto, nel 2016, la collaborazione del CERN di Ginevra per l'organizzazione di una mostra dedicata alla scoperta del bosone di Higgs; all'interno delle mura del meraviglioso Castello Giusso sono state ospitate, per l'occasione, opere pittoriche, scultoree e fotografiche di una serie di artisti internazionali che, collaborando con gli scienziati, hanno rappresentato la sfida verso la conoscenza che ha portato alla scoperta della particella.
Il museo mineralogico campano è articolato in ben sei sezioni.
Prima fra tutte è, sicuramente, quella mineralogica, che ospita innumerevoli minerali dalle forme e dai colori più disparati. La collezione contiene pietre provenienti da tutto il mondo: sia di origine autoctona che alloctona. Tra gli elementi che compongono la sezione dedicata a rocce e minerali rinvenuti in territorio campano (specie nei pressi del Vesuvio), che conta più di 230 esemplari, ricordiamo gli splendidi lapislazzuli del Monte Somma, i cristalli di vesuvianite e tante altre rocce di tipo fumaroliche, metamorfiche e pneumatolitiche. Oltre a questi, il museo ospita una collezione incredibile di rocce che hanno origini misteriose e ben più lontane come, ad esempio, meteoriti ed affascinanti corpi extraterrestri di varia natura fisica e chimica. Degna di nota è anche la vetrina dedicata ai minerali fluorescenti i quali, colpiti da un fascio di luce ultravioletta, assumono colori intensi e sgargianti.
Interessantissima è anche la sezione della gemmologia, nella quale sono ospitati più di cinquecento esemplari di gemme di varia natura e colore, capaci di affascinare chiunque le ammiri. La collezione è presente dal 2001 grazie alla donazione degli architetti Ezio De Felice e Irene Sbriziolo.
Un'intera sezione è dedicata anche al grafene, un incredibile minerale formato da atomi di carbonio disposti in un reticolo a celle esagonali la cui struttura, secondo molti, potrebbe rivoluzionare il mondo al pari della scoperta della plastica. In questa collezione, tra l'altro, è presente una teca autografata da Andre Geim, fisico britannico vincitore del Premio Nobel per la fisica.
Una delle sezioni più affascinanti è certamente costituita da quella di malacologia che, dal 2014, ospita una collezione di più di mille esemplari di conchiglie provenienti dai mari più disparati (anche se la maggioranza è originaria dell'oceano pacifico). Le conchiglie esposte, che incantano l'occhio dell'osservatore con l'incredibile varietà delle loro forme e dei loro colori, sono state donate dal collezionista Antonio Casola.
Oltre all'incanto procurato dalle migliaia di minerali, rocce e gemme, lungo il percorso del Museo Mineralogico Campano è possibile dare uno sguardo alle più importanti tappe dello sviluppo dell'essere umano. È, infatti, nella sezione di antropologia che vengono mostrate ai visitatori i reperti che testimoniano l'evoluzione della nostra specie. Frecce, strumenti in pietra lavorata, raschiatoi in selce e, addirittura, una raffigurazione di un erbivoro appartenenti a uomini primitivi del Paleolitico e del Neolitico sono stati donati al museo nel 2003 ed oggi possono essere ammirati dai visitatori.
In altre stanze sono riposti i reperti dell'evoluzione animale, con una spettacolare sezione di paleontologia che testimonia e documenta accuratamente, con fossili di diverse ere geologiche, l'esistenza degli animali più affascinanti mai esistiti sulla Terra: i dinosauri. Tra i vari reperti custoditi nelle vetrine della sezione, quelli che più rimangono impressi nella mente del visitatore, oltre alla collezione di denti delle specie più eterogenee, sono sicuramente i due fossili di uova di dinosauro, appartenenti uno ad un Sauropode e ad un Velociraptoide. Degni di nota sono anche i vari fossili, perfettamente conservati, dei pesci del Cretaceo, progenitori degli esemplari moderni. In una vetrinetta è, inoltre, conservata la fedele riproduzione di "Ciro", il dinosauro rinvenuto nel beneventano famoso perché possedeva ancora gli organi interni visibili. Sempre in questa sezione sono anche conservati fossili di varie specie botaniche antiche, anch'esse progenitrici delle specie moderne.
Insomma, si può certamente affermare che il museo mineralogico campano sia un must durante una visita alla pittoresca città di Vico Equense.
Info Indirizzo : Via San Ciro 38 / Viale Rimembranza 1 - I Piano, 80069 Vico Equense, NA Telefono: +39 081 801 56 68 Mail: info@museomineralogicocampano.it
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