Veri tesori nascosti del passato che meritano di essere rivelati al mondo. In questa occasione, ci troviamo nel quartiere di Mergellina, dove si cela un vero gioiello artistico: la Chiesa di Santa Maria del Parto, un piccolo edificio monumentale incastonato nella roccia.
Ma quali sono le origini della leggenda del Diavolo di Mergellina? Risaliamo indietro nel tempo, al periodo della prima metà del Cinquecento, un'epoca in cui il sacro e il profano erano separati da una sottile linea. La leggenda narra di Vittoria D'Avalos, una bellissima e affascinante nobildonna napoletana, che si innamorò follemente del vescovo irpino Diomede Carafa. Nonostante le numerose corteggiatrici, la sua ossessione per l'uomo di Dio crebbe sempre di più, spingendola a cercare il suo amore a ogni costo. Vittoria si rivolse alla magia e chiamò l'Alemanna, una strega che le preparò un elisir d'amore. La nobildonna riversò l'elisir su delle frittelle dolci da offrire ai poveri e il vescovo, colpito dal suo gesto di carità cristiana, decise di assaggiarle per primo. Ma il dono si rivelò un sortilegio, poiché Diomede si trovò preda di forti desideri carnali verso l'affascinante donna. Solo grazie alla sua fede in Dio e al voto di castità che aveva pronunciato, riuscì a resistere alla tentazione. Consapevole di essere vittima di un sortilegio, il vescovo chiamò un esorcista che, con preghiere e invocazioni, cercò di liberarlo dall'incantesimo. L'esorcista consigliò inoltre di creare un dipinto, raffigurante l'Arcangelo Michele, il guerriero di Dio, mentre sconfiggeva il Diavolo sotto le sembianze di Donna Vittoria. Il quadro sarebbe stato realizzato con colori impastati con un balsamo contro le fatture, benedetto con acqua santa e posto in un luogo sacro. Fu così che il bel vescovo riuscì a liberarsi del legame demoniaco e a scacciare definitivamente la tentazione.
Questa leggenda è stata citata anche da importanti figure letterarie, come Benedetto Croce e Matilde Serao, che ha incluso la vicenda nel suo libro "Leggende napoletane". La storia di Vittoria D'Avalos rimane un affascinante racconto di un amore impossibile, e da qui nasce il celebre detto "Sì bella e 'nfame comme 'o riavule 'e Mergellina", per descrivere una bellezza irresistibile ma pericolosa.
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