“Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi” recita il proverbio che, però, a Napoli non trova riscontro.
Anche la Pasqua, infatti, come ogni festa che si rispetti, è caratterizzata da riti e tradizioni storiche e deve essere trascorsa rigorosamente in famiglia.
Tante sono le processioni caratteristiche, tipiche soprattutto della settimana santa: a Sorrento, dopo il corteo degli incappucciati di Venerdì all'alba che, con tanto di saio bianco, seguono la statua della Madonna che va alla ricerca di Gesù, si prosegue, al tramonto, con un altro corteo di incappucciati, questa volta vestiti con il saio nero, per il ritrovamento da parte di Maria dell'adorato Figlio morto. Diverse le processioni a Piano di Sorrento, dove hanno luogo quella della Madonna Addolorata e quella del Cristo Morto, e quelle di Sant'Agnello, con il Cristo Orante nel Getsemani, fino a notte inoltrata, e la Processione del Cristo Morto del Venerdì Santo .
Caratteristica è anche la tradizione del Giovedì Santo a Minori: la processione dei Battenti, che coinvolge un centinaio di persone in tunica bianca, incappucciate e con delle spesse funi intorno al corpo. Una manifestazione arricchita dai canti multisecolari in "tono 'e vascie", uno stile che interessò anche Roberto De Simone, che li definì "canti senza compromessi con l'autorità ecclesiastica" che dimostravano "una grande autonomia culturale".
A Procida si comincia sempre il Giovedì con la processione degli Apostoli incappucciati, organizzata dalla Congrega dei Bianchi, e si prosegue Venerdì con una sfilata a cura dei confratelli della Congrega dei Turchini, in grado di attirare migliaia di turisti lungo le caratteristiche vie dell'isola.
Il Venerdì, ma questa volta a Somma Vesuviana, inoltre, si svolge una Via Crucis che vanta quattro secoli di storia.
Un cerimoniale che impegna il Venerdì Santo, infine, si tiene anche ad Acerra, con una processione sugli spalti del castello baronale, con donne vestite di nero, le voci di decine di fanciulle e l'inno della banda musicale.
Mescolando sacro e profano, Pasqua è rappresentata sulle tavole napoletane con tantissimi piatti tipici: la tradizione gastronomica è gusto e sapore, ma anche "memoria storica", cultura, esaltazione e amore per la propria terra.
Il piatto tipico del Giovedì Santo è la zuppa di cozze (‘a zuppa ‘e cozzeche), una pietanza semplice, che esalta i sapori dello splendido mare del golfo partenopeo.
Immancabili sulla tavola pasquale, sono, poi, sicuramente la pizza “chiena”, una speciale torta salata dal gustoso e ricchissimo ripieno e, ovviamente, il tortano (anche detto "casatiello" nella sua variante con le uova sode poste come decorazione), una ciambella rustica, caratterizzata dall'utilizzo della sugna all'interno dell'impasto base e da un ripieno molto ricco di salumi e formaggi. In genere, il tortano accompagna tutti e tre i giorni pasquali: ottimo come pranzo (o cena) alla vigilia, è spesso presente accanto alla “fellata” ed è piatto forte della scampagnata di Pasquetta.
La “fellata”, a sua volta, è un tripudio di salumi: salame, capocollo, lonza, prosciutto crudo e cotto. C’è anche chi unisce, a questo già ricco vassoio, uno complementare composto da diverse tipologie di formaggi, tra cui anche la ricotta salata. La fellata può essere servita come antipasto, insieme al casatiello e ad altre pizze rustiche, oppure dopo il secondo.
Altri protagonisti della tavola, sono il capretto e le cosiddette “mammarelle”, ossia i carciofi.
Il capretto è il tipico secondo che si trova sulle tavole napoletane la domenica di Pasqua. In particolare, viene preparato al forno e cotto insieme a patate e piselli. Per prepararlo si scelgono pezzi poco carnosi, che vengono prima messi in una marinatura di vino e cipolle per 6/7 ore, per poi disporli in una teglia, contornandoli dalle patate tagliate a pezzi. Si aggiunge olio, sale, pepe e si inforna. Quando l’olio comincia a sfrigolare si aggiunge il vino e, a metà cottura, anche i piselli.
Ogni festività che si rispetti esige anche il suo dolce tradizionale e Napoli omaggia la Pasqua con un dessert d'eccezione: la pastiera, regina indiscussa delle torte fatte in casa. È il dolce che accompagna tutto il periodo delle festività: mobilita la famiglia durante tutta la settimana pre-pasquale, con la sua lunga preparazione, e poi si fa gustare fino al Lunedì di Pasquetta (e oltre).
Una menzione d’onore è meritata anche dal pranzo del Lunedì in Albis, giorno in cui, per tradizione, si parte per una scampagnata fuori porta. Nel pranzo della gita di Pasquetta non potranno mancare una bella fetta di tortano, come anticipato, i resti degli affettati, una sostanziosa fetta di pastiera e l’irresistibile frittata di pasta , che può essere bianca o al sugo, preparata con pasta lunga o corta, a seconda dei gusti.
Il risultato sarà sempre garantito!
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