L'isola di Vivara è stata selezionata per uno studio volto a indagare gli impatti del cambiamento climatico, grazie alla sua particolare peculiarità di essere uno dei pochi luoghi d'Italia e del Mediterraneo ad essere rimasto pressoché inalterato dall'intervento dell'uomo. Questo piccolo isolotto, situato nel golfo di Napoli, è stato scelto come luogo ideale per comprendere gli effetti del cambiamento climatico.
La ricerca è stata condotta dal Dipartimento di Scienze della Terra dell'Ambiente e delle Risorse dell'Università Federico II di Napoli, sotto la guida del professor Leopoldo Repola. Inoltre, sono stati realizzati modelli tridimensionali che combinano aspetti storici e ambientali del territorio, tenendo conto del fatto che Vivara non ha subito interventi significativi di antropizzazione.
Attraverso l'elaborazione dei dati raccolti, è stato creato un modello digitale dell'isola che ha consentito di simulare con precisione gli effetti di eventi estremi come precipitazioni intense, mareggiate e flussi di vento anomali. Questo ha permesso di comprendere l'impatto di tali fenomeni sul territorio e di valutare le misure di intervento più idonee.
Nonostante la sua integrità ambientale, l'isola di Vivara ha avuto un passato storico complesso: è stata usata come approdo commerciale in epoca protostorica e ha subito eruzioni vulcaniche, oltre a un progressivo abbassamento del terreno nel corso del tempo. Le testimonianze preistoriche si sovrappongono alle dinamiche geologiche, rendendo l'isola un luogo unico nel suo genere.
Il modello digitale sarà presto disponibile sul sito del Dipartimento e verrà successivamente sviluppata un'applicazione per consentire agli studenti delle scuole di esplorare virtualmente questa preziosa isola nel Golfo di Napoli. Attraverso questa applicazione sarà possibile visualizzare sia il paesaggio emerso che quello sommerso, riproducendo gli ambienti dell'isola, la vegetazione, le linee costiere e i fondali marini. Per ottenere i dati, sono stati utilizzati droni, sistemi GIS, scanner laser terrestri, fotocamere aeree e sensori termografici.
Questa ricerca è di grande importanza per comprendere come l'uomo si adatta ai cambiamenti geologici e come la natura è in grado di riprendersi ciò che le appartiene. Nicola Scotto Di Carlo, coordinatore del comitato di gestione della riserva di Vivara, afferma che lo studio e il modello in 3D contribuiranno a tutelare questo fragile habitat che ospita specie animali protette, rarità botaniche ed importanti testimonianze archeologiche. Da questa primavera, l'isola di Vivara è stata riaperta alle visite, offrendo ai visitatori l'opportunità di sperimentare direttamente la sua bellezza e importanza.